Soccorso Sanitario - codice 3 gruppo soccorritori

CODICE 3 gruppo soccorritori
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MANUALI

ABC
Crash Sindrome

Danni   da abuso
Farmacodipendenze

Farmacologia base
      
Interventi  Psicologici Catastrofe
Lavare mani
Lettura trac. ECG
Liberare vie aere
Lingue- soccorso
Materassino depressione
Medicinali esteri
Meningite
Organizazione  Soccorso Catastrofi
Ospedali Milano
Parole,parole. . .
Paziente psichiatrico
PLS
Psicofarmaci
Psicologia soccorso
Protezione termica
Punteggio Apgar
Punti compressione
Scabbia
S.I.E.V.E. triage
S.T.A.R.T. triage
Tigna
Traduzioni Multilingua
Tubercolosi
Valore pressione
Valori esame sangue
Agenti nervini - composti organici fosforati anticolinesterasici
Tabun(GA) incolore liquido e aeriforme
Sarin (GB) incolore liquido e aeriforme
Soman (GD) incolore liquido e aeriforme
GF- VX liquido color ambra
assorbimento
sintomatologia
prevenzioneantidoti terapiabonifica
vie:
           
  • inalatoria
  •        
  • percutanea
  •        
  • ingestione
  •        
  • oculare
  •      
           
  • pupille contratte con visione oscurata ed annebbiata
  •        
  • difficoltà respiratoria con dolori retrosternali
  •        
  • tachicardia
  •        
  • ipersecrezione ghiandole nasali e salivari
  •        
  • nausea e vomito e perdita controllo sfinterico
  •        
  • depressione centri bulbari
  •        
  • asfissia
  •      
     
sintomi muscarinici (pupilla, corpo cilliare, mucose nasali, gastroenteriche e bronchiali, ghiandolari salivari, lacrimali, sudoripare, cuore e vescica,) si manifestano a basse concentrazioni; quelli nicotinici (muscoli striati e gangli simpatici) e quelli neurologici centrali insorgono solo ad alte concentrazioni

personale a rischio esposizione
piridostigmina
associare : atropina - prelidossima - diazepam      
può rendersi necessaria RCP e lavaggio zone contaminate
materiali : cloruro di calce
cute: ipoclorito di sodio e potassio con allumina
Agenti pneumotossici o soffocanti
Fosgene (odore          di fieno ammuffito )
Di-fosgene         (odore di fieno ammuffito )
Cloropicrina ( odore dolciastro          pungente, sostanza oleosa)
assorbimento
sintomatologia
terapia
vie:
            
  • inalatoria
  •         
          
Fosgene
      
            
  • forma gravissima: morte per inibizione riflessa del          centro respirazione da blocco vagale e per gravissimo edema polmonare          acuto
  •         
  • forma media gravità: sintomatologia in due fasi          separate da breve periodo di calma. sensazione di soffocamento, bruciore          faringeo, tosse spasmodica, dolore retrosternale, vomito, respiro          frequente e superficiale con polso frequente. Sintomi in peggioramento          sino alla fase asfittica ed aumento densità del sangue.

  •       
      
Cloropicrina
      
            
  • sintomi come fosgene ma tosse stizzosa, dolorosa e          persistente anche nel periodo di tregua
  •       


            
  • riposo assoluto
  •         
  • trasporto in posizione semi seduta
  •         
  • liberazione dagli abiti
  •         
  • trattamento edema polmonare acuto
  •       
Agenti vescicanti  - hanno azione vescicane e urticante
mostarda solforata o Yprite (ha odore di aglio e senape)
mostarde azotate Azotoiprite (odore di pesce avariatao)
Tricloroetilamina - vescicanti arsenicali Lewisite (odore di geranio)
Oxime alogenate.
Sostanze con un eccezionale potere di penetrazione attraverso: legno, cuoio, gomma, tessuti di ogni tipo (anche DPI che devono subito essere sostituiti dopo contaminazione) e la rapida idrolisi in acqua con cui formano polialcool e acido cloridrico ( altrettanto lesivo)
assorbimento
sintomatologia
antidoti decontaminazione
vie:
            
  • mucosa inalatoria
  •         
  • cutanea
  •         
  • orale(cibi contaminati)
  •       
            manifestazioni locali
    •         
    • se ingeriti : nausea,vomito, diarrea sanguinolenta
    •         
    • se contato cutaneo o mucoso: in successione          arrossamento cutaneo dolente, vescicola, bolla, ulcerazione
    •         
    • lesioni oculari: panoftalmite, cheratite,          dacriocistite, dacrioadenite
    •         
    • se inalati: tosse ed alterazioni vocali, dolore          retrosternale, bronchite, polmonite,difficoltà respiratorie
    •       
          
    manifestazioni sistemiche da assorbimento generalizzato:        stato di intossicazione fino allo shock. diagnosi differenziale tra Yprite e Lewisite: nel secondo caso lesioni immediate e dolorose, sintomi respiratori, intossicazioni generalmente più rapide ma di gravità inferiore
per Yprite: su mucose lavaggio con acqua in abbondanza o        soluzione sodio bicarbonato
per Lewisite: mercaptopropanolo, soluzione Milton
per le superfici        esposte lavaggi con bicarbonato di sodio o soluzioni saline, soluzioni che        liberino cloro attivo
Aggressivi enzimatici ( tossici per il sangue) -        hanno odore di mandorle amare
Hydrogen cyanide - Cyanogen cloride sono composti di origine eterogena che,diffusi nel'ambiente, determinano intossicazioni sistematiche, moòto spesso irreversibili. Hanno odore di mandorle amare. Genenralmente utilizzati con Iprite tecnica per aumentarne la persistenza
assorbimento
sintomatologia
antidoti terapia
    vie:
             
    • inalatoria
    •        
    • cutanea
    •        
    • orale
          
            ALTE DOSI
           
  • coma
  •        
  • arresto respiratorio
  •        
  • shock con aritmie
  •        
  • arresto cardiaco

           
     
     BASSE DOSI
             
  • stordimento
  •          
  • cefalea
  •          
  • dispnea
  •          
  • brachicardia
  •          
  • acidosi metabolica

             
     
    SEMPRE
               
  • cianosi modesta
  •            
nitrito di amile e dmap
tiosolfato di sodio
     
nitrito di sodio
RCP
     respirazione artificiale in ossigeno puro
AGOPRESSIONE
ABUSO ALCOLICO

Sul secondo dito del piede, circa 2 mm.                  esternamente all'angolo dell'unghia, verso il  medio.
                Esercitare una pressione decisa con l'unghia del pollice,prima                  su di un piede e poi l'altro. Ripetere se necessario dopo 15                  minuti
ANSIA - MAL DI MARE - MAL                  D'AUTO
Circa 5 cm. sopra l'articolazione del                  polso,nell'incavo tra i due muscoli
Premere fortemente con il                  pollice, prima a sinistra e poi a destra

COLPO DI SOLE

Nella scanalatura labiale, tra il terzo                  superiore e i due terzi inferiori.
Usare l'unghia del pollice                  o dell'indice per esercitare una forte pressione
CONVULSIONI BAMBINO
Nel lobo dell'orecchio
Schiacciare il lobo tra                  pollice ed indice

EPISTASSI

Sul palmo della mano, dove tocca la punta del                  medio quando si flette.
A soggetto sdraiato, esercitare ena                  forte pressione con il pollice
CRISI D'ASMA
Nella depressione sopra il manubrio                  dello sterno.
                
Il soggetto deve essere rilassato, usare l'indice per                  premere, poi massaggiare verso il basso

                  La sindrome da schiacciamento  o Crush  Syndrome si caratterizza con una compressione prolungata su una  parte del corpo, uno stato di shock ed una nefropatia acuta.
                                  
             Tra le circostanze nelle quali si possono verificare sindromi di tale tipo ci sono incidenti sul lavoro, esplosioni in miniera, demolizioni, terremoti, valanghe di neve o di fango,crolli.
            Bisogna aggiungere che sindromi di questo tipo sono state osservate come conseguenza di posture prolungate nei tossicodipendenti in overdose, in questi casi gioca un ruolo importante anche l'ipotermia.
            Le lesioni che si osservano sono a carico degli arti interessati, dove la compressione prolungata provoca una miolisi diretta con liberazione di potassio, enzimi proteolitici, mioglobina.  
           Contemporaneamente la compressione provoca una ischemia dei territori a valle. In questi distretti l'ischemia tissutale induce la formazione di acido lattico per blocco del ciclo di Krebs, aumento della glicogenolisi, alterazione della permeabilità cellulare con conseguente edema cellulare, liberazione di istamina, serotonina e chinine che portano ad un edema interstiziale.
            Tutti questi fattori hanno come effetto ultimo una ipovolemia che evolve verso lo shock ed un edema che restando limitato all'interno delle fasce muscolari aggrava la compressione e l'ischemia.
              Le lesioni renali sono dovute per alcuni autori alla precipitazione a livello renale dei pigmenti emoglobinici, mentre per altri alla ischemia corticale.
            Il quadro clinico varia se prevalgono le lesioni dirette oppure le  lesioni ischemiche. Da lesioni dirette estese si liberano sostanze tossiche con una evoluzione del quadro clinico drammatica se non vengono esclusi i territori danneggiati.
            Se sono preponderanti le lesioni ischemiche il quadro dipende dai tempi di compressione e  dalla estensione dei territori interessati.
            Resta comunque evidente che i problemi compaiono alla liberazione dalla compressione e in maniera più o meno rapida.
         La sindrome da schiacciamento è, quindi, una situazione particolare in cui la strategia di trattamento è preponderante nella misura in cui la cronologia del trattamento modifica l'evoluzione del quadro clinico.
             Il trattamento va iniziato sul posto prima, durante e dopo la liberazione.
        La medicalizzazione va iniziata subito o, comunque appena è possibile accedere all'infortunato. Bisogna assicurarsi un buon accesso alla testa per assicurare la pervietà delle vie aeree ed avere la possibilità di attuare una ossigenoterapia ed un buon accesso ad un arto per poter disporre di una o due vie venose.
        Prima di estrarre l'infortunato dalle macerie o dai pesi che lo bloccano e costringono, bisogna apporre un laccio emostatico a monte della  parte schiacciata per prevenire l'imponente emorragia che ne  consegue e per arginare l'entrata in circolo della mioglobina.
          Si distinguono un trattamento generale e uno locale. Il trattamento generale ha come scopo principale il controllo dell'iperkaliemia e la prevenzione della insufficienza renale.
         Il pericolo più importante è la liberazione di potassio e l'acidosi.
            La scomparsa della mioglobina e la normalizzazione della potassiemia indicano l'interruzione della terapia.
            Il trattamento del dolore dove essere preso in considerazione.
         Le anestesie loco-regionali possono essere utilizzate negli  schiacciamenti isolati di un arto, un blocco plessico per un arto superiore od un blocco tre in uno per un arto inferiore.
      L'assistenza respiratoria si avvale di gesti molto semplici come il posizionamento di una maschera antipolvere durante le manovre di liberazione o di una ossigenoterapia per maschera o sondino nasale.             
            Tra le cure locali, uno dei problemi più discussi è il  posizionamento di un laccio alla radice dell'arto interessato.
            La possibilità di instaurare misure di rianimazione precocemente permette di evitare l'uso del laccio, ma se la rianimazione è tardiva, la compressione prolungata nel tempo è suscettibile di durare ancora a lungo, se lo stato di shock persiste nonostante le terapie e se le lesioni all'arto sono irreversibili o se si  intravede la necessità di una amputazione di salvataggio, si dovrà  porre un laccio alla radice dell'arto.
          Queste rimangono le indicazioni all'uso del laccio.
            L'amputazione va presa in considerazione in casi con compressione prolungata oltre le 9 ore con lesioni locali importanti e al di sotto delle 9 ore per la persistenza dello shock, l'aggravamento  della IRA con elevazione di potassemia ed azotemia.
            Altre considerazioni da fare nel trattamento precoce sono la immobilizzazione dell'arto, la protezione termica, la protezione psicologica dell'infortunato.
 
                     
CASISTICA
SUL POSTO
DURANTE TRASPORTO
Durata della    compressione da 1 a 4 ore. Assenza di shock, possibilità di controllo    clinico. Via venosa incannulata prima dell'estrazione
No laccio emostatico    prima dell'estrazione. Eventuale sedazione. Immobilizzazione. Protezione    termica
Sorveglianza parametri    vitali
Nessuna possibilità di    trattamento in situ
Incannulare una vena    appena estratto. Riempimento vascolare ed alcalinizzazione.    Immobilizzazione. Protezione termica
evacuazione dopo aver    ristabilito l'equilibrio.
Durata della    compressione tra 4 e 8 ore. Possibilità di    controllo clinico. Via venosa incannulata prima dell'estrazione.    Miglioramento rapido dello shock
No laccio emostatico    prima dell'estrazione. Sedazione. Proseguire riempimento vascolare.    Alcalinizzazione dopo estrazione. Immobilizzazione. Protezione termica
Oltre parametri vitali,    sorvegliare parametri emodinamici e diuresi. Proseguire terapia
Impossibilità di    trattamento in situ. Nessun miglioramento dello shock
Laccio emostatico prima    dell'estrazione. Via venosa. Riempimento vascolare. Alcalinizzazione.    Sedazione.Immobilizzazione. Protezione termica

Durata della    compressione oltre 8/9 ore quadro cinico di shock.    Possibilità o meno di trattamento in situ
A seconda dei casi porre    il laccio prima o dopo l'estrazione.Via venosa. Riempimento vascolare.    Alcalinizzazione. Sedazione.Immobilizzazione. Protezione termica.    Ossigenoterapia. Eventuale amputazione.
Evacazione dopo aver    stabilizato i parametri.Oltre parametri vitali, sorvegliare parametri    emodinamici e diuresi. Proseguire terapia
Reazioni psicologiche delle vittime di una catastrofe
Medicina delle catastrofi
E' facilmente immaginabile cosa si prova nel momento in cui la propria casa è improvvisamente distrutta: la perdita della parte muraria coincide con la perdita degli aspetti più intimi e privati della propria vita quotidiana (la cucina, la camera da letto, il bagno, l'angolo con il televisore, l'armadio con i propri vestiti, gli oggetti che costituiscono un ricordo). Se a tutto ciò si aggiunge il paesaggio circostante trasformato in un cumulo di macerie o in un mare di fango, il dolore per un lutto subito o l'angoscia per un famigliare ferito o disperso, é intuibile la situazione psicologica in cui vive la vittima di una catastrofe.

La vittima che sopravvive ad una catastrofe, anche se supera l'evento senza subire danni o menomazioni fisiche, riporta in forma più o meno lieve danni non visibili, ma non per questo meno profondi e dolorosi quanto le ferite al corpo. Questi danni, chiamati insulti psichici, sono la causa di traumi che colpiscono la psiche (detti psico - traumatismi) e sono dovuti:
     
  •    alla paura prodotta dall'evento (le scosse di terremoto, l'acqua del fiume che invade la casa, l'esplosione, il fuoco dell'incendio, ecc...);
  •  
  •    alla paura che l'evento possa ripetersi (anche se non esistono concrete probabilità che ciò possa avvenire).
REAZIONI IMMEDIATE DELLE VITTIME
I danni psichici sopra indicati possono generare:
     
  •  Reazioni emotive esagerate.
     Si manifestano subito dopo l'evento (reazioni immediate), ma possono presentarsi anche dopo alcuni giorni (reazioni tardive). Questo reazioni sono normali, di breve durata, improvvise e quando scompaiono, non lasciano conseguenze.
  •  
  •  Reazioni nevrotiche.
     Si manifestano con crisi d'ansia o crisi isteriche e con gli stessi sintomi delle nevrosi post-traumatiche.
  •  
  •  Reazioni psicotiche gravi.
     Si manifestano con stati di confusione mentale e nelle forme più gravi, con stati deliranti. Il soggetto perde la percezione del proprio stato di salute (stato clinico) e l'istinto di conservazione.
COMPORTAMENTI DELLE VITTIME
La catastrofe, in quanto situazione anomala, scatena reazioni definite comportamenti reattivi, non sempre razionali e coerenti, che possono essere pericolosi per le vittime stesse e d'intralcio per i soccorritori.

I comportamenti reattivi possono essere:
     
  •  Individuali
     Si manifestano in individui isolati, generalmente fragili
  •  
  •  Collettivi
     Si manifestano in gruppi o intere comunità (come il panico).
Questi comportamenti possono interessare non solo le vittime della catastrofe, ma anche le popolazioni delle aree vicine e in una certa misura, i soccorritori e i loro responsabili. Chi opera in situazioni di emergenza, dal medico al volontario, ed a qualunque livello d'intervento nella catena dei soccorsi sia coinvolto, deve essere informato dell'esistenza di reazioni psichiche e di comportamenti inadeguati. Se inserito nella catena dei soccorsi sanitari, deve saperli diagnosticare e valutare nella loro gravità, durata e necessità di assistenza.
REAZIONI DELLE VITTIME ALLA TENSIONE EMOTIVA
Le reazioni dell'organismo alle situazioni straordinarie, costituite da un evento catastrofico e dalle conseguenti perdite umane e materiali, sono sintomi definiti reazioni alla tensione.

Questi sintomi si possono presentare immediatamente o successivamente al disastro, anche dopo mesi, in maniera blanda o più o meno intensa.
     
  •  Ansia
     E' una spiacevole sensazione di tensione e timore continuo, anche senza una ragione immediata che la possa giustificare.
  •  
  •  Depressione
     E' costituita da una sensazione di stanchezza con la perdita di interesse per ciò che succede nel mondo esterno. E' accompagnata da apatia e provoca una visione prevalentemente negativa di sé e degli altri.
  •  
  •  Apatia
     Costituisce il blocco delle sensazioni. Insorge quando si prende coscienza della gravità della situazione. Si evita di pensare o di parlare dell'evento traumatico e ciò può essere interpretato, erroneamente, come segnale di forza d'animo o di insensibilità.
  •  
  •  Paura
     E' causata dal timore di subire altri danni, dalla preoccupazione per la sorte dei famigliari, dal timore di essere lasciati soli, di dover lasciare i propri cari, di non farcela a superare il momento difficile. Inoltre, soprattutto nel caso di terremoti, é provocata dal timore che il disastro si ripeta.
  •  
  •  Tristezza e dolore
     Sono causati dalla morte di persone care o conosciute, dalla vista dei feriti e dai danni provocati dall'evento.
  •  
  •  Colpevolezza
     Insorge alcuni giorni dopo l'evento. E' causata dal senso di colpa di essere sopravvissuto al disastro, di non essere rimasto ferito, di aver salvato parte dei beni, dal rimpianto per le cose non fatte.
  •  
  •  Vergogna
     Insorge nella vittima nella fase immediatamente successiva all'emergenza. E' causata dalla consapevolezza di essere sembrato indifeso, emozionalmente vulnerabile, irrazionale, bisognoso degli altri, per non essersi comportato come avrebbe desiderato. Questo sentimento è alimentato dalla sensazione di aver dedicato poca attenzione alle persone care che sono state ferite o sono scomparse.
  •  
  •  Aggressività
     E' causata dalla rabbia irrazionale per quello che é successo, per l'ingiustizia e l'insensatezza dell'avvenimento, dal rancore per chi ha causato il disastro o ha permesso che accadesse, per chi si é dimostrato inefficiente nel portare i soccorsi, per la presunta mancanza di comprensione degli altri.
  •  
  •  Alternanza di stati d'animo
     Nelle vittime di una catastrofe é molto frequente il passaggio repentino da uno stato di prostrazione, sfiducia e delusione, alla speranza quasi euforica, di futuri tempi migliori.
  •  
  •  Iperattività mentale
     Pensieri invadenti sull'evento e le sue conseguenze, si alternano agli sforzi di evitarli. Questa iperattività mentale diventa la causa di forti tensioni psicologiche. Si rivive l'avvenimento ripetutamente (soprattutto nel sonno e nelle fasi di riposo in cui si è più rilassati) e ciò é faticoso per la psiche, anche se importante al fine di accettare l'evento.
Questi disagi possono essere particolarmente intensi:
     
  •    se il disastro ha causato molte vittime
  •  
  •    se la scomparsa delle vittime é stata improvvisa e violenta
  •  
  •    se i corpi delle vittime non sono stati recuperati
  •  
  •    se il singolo sopravvissuto aveva dipendenza dalla persona scomparsa
  •  
  •    se la relazione interpersonale tra sopravvissuto e persona scomparsa attraversava un momento difficile
  •  
  •    se la tensione dovuta alla catastrofe si é sommata ad altre precedenti.
REAZIONI FISICHE DELLE VITTIME
I disagi psicologici indicati precedentemente possono essere accompagnati anche da una serie di disagi fisici quali:
     
  •    stanchezza
  •  
  •    insonnia
  •  
  •    incubi
  •  
  •    affaticamento mentale (perdita temporanea di memoria e incapacità o difficoltà a concentrarsi)  
  •  
  •    disorientamento
  •  
  •    palpitazioni
  •  
  •    tremori
  •  
  •    difficoltà respiratorie
  •  
  •    costrizioni alla gola ed al petto
  •  
  •    nausea
  •  
  •    diarrea
  •  
  •    tensioni muscolari anche dolorose (ad esempio emicrania, dolori al collo e alla schiena, spasmi al ventre)
  •  
  •    irregolarità mestruali nelle donne
  •  
  •    cambiamenti delle abitudini nella vita sessuale
RAPPORTI FAMIGLIARI E RELAZIONI SOCIALI
Il dopo catastrofe può modificare l'equilibrio dei rapporti tra le vittime, sia nell'ambito famigliare, che nei rapporti interpersonali e di gruppo. Vivere un evento traumatico e tragico, da un lato può rafforzare i rapporti sia all'interno della famiglia, sia tra un gruppo di conoscenti o amici, dall'altro li può modificare, fino a tenderli, esasperarli e interromperli. I rapporti migliorano e si rinsaldano perché si é stati vittime dello stesso evento catastrofico, si sono condivise e superate grandi difficoltà, si é stati solidali con scambi reciproci di aiuti materiali e conforti morali. Le cause di tensioni e fratture nei rapporti interpersonali possono essere: la convinzione che gli altri non diano abbastanza, che ciò che danno é sbagliato, l'impressione di non essere in grado di dare ciò che gli altri si aspettano. L'insorgere di difficoltà nelle relazioni famigliari e interpersonali, può provocare reazioni quali: la diminuzione dell'efficienza nelle attività lavorative, aggressività, l'abbandono delle attività favorite, l'incremento dell'uso del tabacco e dell'alcool, l'uso di sostante psicotrope (droghe leggere e pesanti)

E' necessario che le vittime di una catastrofe, superata l'emergenza dell'immediato post-catastrofe, affrontino al più presto la nuova realtà. La vittima può trovare sollievo se é impiegata in attività di aiuto agli altri, evitando, in ogni caso, che l'impegno si trasformi in iperattività, nociva perché svia l'attenzione dalle proprie necessità. La ripresa del contatto con la realtà quotidiana, anche se cruda, al fine di aiutare ad accettare l'evento, può avvenire facendo, per esempio, l'inventario dei danni subiti, tornando sul posto dove prima sorgeva la propria casa, partecipando al funerale di una vittime. La solidarietà reciproca, cioè l'aiuto anche emozionale di altra gente, porta sollievo: condividere sentimenti con chi ha avuto la stessa esperienza, é importante per accettare l'evento stesso. Non tutte le vittime di una catastrofe scelgono di impegnarsi a favore degli altri: molte, infatti, scelgono come mezzo per controllare le proprie emozioni l'intimità preferendo essere soli, con la famiglia o con amici. La vittima, in ogni caso, deve essere in grado di decidere se stare o no con gli altri; infatti, se l'attività e l'apatia assumono dimensioni esagerate, diventano fattori negativi che ritardano il miglioramento psicologico e il reinserimento nella vita quotidiana.
FARMACODIPENDENZE
BREVE DESCRIZIONE SEGNI E SINTOMI
intossicazione acuta
frequenza cardiaca
frequenza respiratoria
pupille
stato di coscienza
altri sintomicomportamento
OPPIACEI eroina - morfina
bradicardia
bradipnea - arresto respiratorio
miosi
obnubilamento - coma
cute sudata e fredda - vomito - edema        polmonareMONITORARE : polso - p.a. - f.r. APNEA :        respirazione artificiale - COMA : pls -  ARRESTO CARDIACO : rcp
BARBITURICI - ALCOOL
bradicardia
irregolare bradipnea - tachipnea -
miosi - iporeattività agli stimoli
stato confusionale - coma
cute pallida e secca - vomito - ipotonia -        aggressivitàIDENTIFICARE LA SOSTANZA -  MONITORARE        : polso - p.a. - f.r. - GASTROLUSI - REIDRATAZIONE -  CONTENERE        AGITAZIONE - COMA : pls
COCAINA - ANFETAMINA
tachicardia polso schiccante
ipertensione

tachipnea
midriasi
stato confusionale
febbre - cute secca- cefalea- ansia/euforia        -balbuzie - loquela sciolta - aumento attività -stato d'allarme -        paranoia - allucinazioni - aggressività - insonnia - tremori -        convulsioniCONVULSIONI : quiete - scarsa illuminazione        - tranquillizzare - RASSICURARE IL PZ - CONTENERE AGGRESSIVITA'
LSD - PEYOTEtachicardia
ipertensione
tachipneamidriasistato confusionalefebbre
RASSICURARE IL PZ - CONTENERE        AGGRESSIVITA'- ASCOLTO CALMO E COMPRENSIVO
CODICE 3 Gruppo Soccorritori  -  S.A.R. Support At Rescuers Group              - pagina S.A.R. Support At Recuers Incontri  
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